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Al Pertini il primo ospedale di Comunità di Roma, già 80 pazienti nella prima fase sperimentale

Ospedale Sandro Pertini: La struttura è destinata a pazienti che, dopo un episodio di acuzie minore o una riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica e che richiedono di un adeguato percorso di uscita dall’ospedale. La soddisfazione del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca

La riforma dell’assistenza sanitaria territoriale inizia a prendere forma anche nella Capitale. È partita il 3 giugno la fase sperimentale del primo Ospedale di Comunità (OdC) cittadino presso l’Ospedale Sandro Pertini di Roma, una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale che svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero.

Una struttura «innovativa che risponde alle esigenze sanitarie previste dalla normativa vigente e dagli atti concertativi di riferimento. L’Ospedale di Comunità – spiega la Asl Rm 2 – è una struttura sanitaria che funge da ponte tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. La sua finalità primaria è di evitare ricoveri ospedalieri impropri o di favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio».

In tutto 16 posti letto all’OdC del Pertini

L’Ospedale di Comunità presso il Presidio Ospedaliero Sandro Pertini, con i suoi 16 posti letto, «è destinato a pazienti che, dopo un episodio di acuzie minore o una riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica e che richiedono di un adeguato percorso di uscita dall’ospedale per orientare al proprio domicilio in assistenza domiciliare, oppure essere trasferiti presso altra struttura residenziale, riabilitativa, post-acuzie, Hospice, Sociale, Psichiatrica.

In poco meno di due mesi questo spazio è stato utilizzato da 80 pazienti con una degenza media di 8 giorni, dati importanti che fanno parte del monitoraggio costante per valutare le prestazioni erogate. Tale modello permette di formare il personale e di prevedere le procedure di sicurezza per i pazienti da implementare negli Ospedali di Comunità e nelle Case di Comunità, in fase di realizzazione, per monitorare quali e quante prestazioni devono essere assicurate nelle strutture per un’appropriata presa in carico». 

A tal fine è stata progettata e resa operativa una nuova cartella informatica in grado di rispondere alle esigenze di questa nuova forma di assistenza. «Questo progetto rappresenta un importante passo avanti nella gestione sanitaria della città di Roma. Questa struttura si pone come un nodo essenziale della rete territoriale, garantendo cure di qualità e sicurezza per i pazienti, con l’obiettivo di migliorare la loro autonomia e qualità della vita», lo dice nella nota il Commissario Straordinario della ASL Roma 2, Francesco Amato.

«Esprimo grande soddisfazione per la fase sperimentale del primo Ospedale di Comunità di Roma, presso il Sandro Pertini della Roma 2 – sottolinea il governatore del Lazio Francesco Rocca -. Questa esperienza costituisce una preziosa occasione di formazione per il personale sanitario che, nel prossimo futuro, dovrà essere sempre più protagonista del rafforzamento della sanità territoriale. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, infatti, attraverso la realizzazione degli Ospedali di Comunità e delle Case di Comunità, consentirà ai pazienti che necessitano di cure a bassa intensità clinica di essere presi in carico sul territorio. L’umanizzazione delle cure e il decongestionamento dei Pronto soccorso sono obiettivi strategici, su cui stiamo puntando molto per cambiare il volto della sanità laziale». 

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