In un evento alla Camera è stato affrontato il tema delle nuove tecnologie e dell’impatto sui più giovani. Politica al lavoro per lo psicologo di base
Una nuova consapevolezza per la salute mentale. Questo il messaggio al centro dell’evento “Il futuro della salute mentale: tra rischi e opportunità”che si è svolto a Roma su iniziativa della Fondazione The Bridge e del deputato Luciano Ciocchetti, vicepresidente della XII Commissione Affari sociali.
Nel corso dell’evento sono state illustrate le prospettive future della salute mentale, con particolare attenzione alle sfide e alle opportunità che emergono in un contesto sempre più tecnologico e globalizzato e avviare, in tal modo, un nuovo dialogo, più costruttivo, tra professionisti, istituzioni e società civile.
Nel corso dell’incontro è stato approfondito il ruolo svolto dalla tecnologia nel modo in cui comprendiamo e trattiamo la salute mentale ed è stato analizzato lo stigma come elemento di difficoltà nella presa in carico del paziente. Il tema della salute mentale è stato poi affrontato dal punto di vista della sostenibilità economica e sociale, con una riflessione sulle possibili strategie utili a garantire equità e accessibilità ai servizi di assistenza.
Secondo la Presidente di Fondazione The Bridge, Rosaria Iardino, «la salute mentale non può restare all’ombra dello stigma, occorre una nuova consapevolezza, servono interventi concreti. Dobbiamo ripartire dai giovani e dalla necessità di garantire a chi ne ha bisogno il giusto benessere. Le nuove tecnologie e il loro impatto, in particolare dei dispositivi digitali sullo sviluppo cognitivo e neurologico dei giovani, sono un elemento decisivo per affrontare il tema della salute mentale».
L’uso intensivo di smartphone, tablet e altre tecnologie ha portato a cambiamenti nei modelli di attenzione, nelle capacità mnemoniche e nelle abilità di problem-solving. Occorre, quindi, ha osservato Iardino, «un utilizzo equilibrato di questa tecnologia e investire, tra l’altro, sulla formazione della comunità educante e degli operatori sociosanitari. È importante instaurare un dialogo aperto e sincero con i giovani e prestare attenzione, anche da parte dei genitori, a eventuali segnali di disagio. Un ruolo strategico, inoltre, lo svolge la scuola. La passività e l’inattività possono nascondere problemi più profondi, come la depressione o l’ansia e non possono essere sottovalutate».
L’incontro a Palazzo Montecitorio è stato l’occasione per annunciare l’evento “Ma sei fuori?”, che sarà presentato a Milano il 12 novembre. Questa iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto sviluppato a partire dal 2020 da Fondazione The Bridge, con il supporto non condizionato di Angelini Pharma. L’intento è quello di esplorare il tema dello stigma legato alle fragilità mentali e di indagare le dinamiche che riguardano i ragazzi, principalmente dell’età appartenente al ciclo della scuola secondaria di secondo grado.
Per il deputato Luciano Ciocchetti, Vicepresidente della XII Commissione Affari sociali: «Il problema della salute mentale ci impone di trovare risposte. L’iniziativa della Fondazione The Bridge assume un valore particolare per promuovere un cambiamento culturale in grado di superare lo stigma. Occorrono, in tal senso, strumenti e servizi per far fronte all’emergenza, al fine di dare un supporto alle famiglie e al soggetto che vive una situazione di difficoltà sotto il profilo della salute mentale. C’è un problema serio di liste di attesa per la presa in carico e c’è una difficoltà da parte delle nostre strutture sanitarie di dare in tempi brevi una diagnosi, pertanto dobbiamo accelerare la risposta di prevenzione. Stiamo lavorando per approvare la legge sul cosiddetto psicologo di base, perché riteniamo sia un passo in avanti fondamentale».
Alberto Siracusano, Professore emerito di psichiatria Università di Roma Tor Vergata, Coordinatore Tavolo di lavoro tecnico sulla salute mentale Ministero della Salute, ha rilevato: «La salute mentale è stata spesso stigmatizzata e vista come un insieme di patologie croniche, spesso incurabili, che se diagnosticate in età evolutiva si porteranno dietro per tutta la vita. Un grande passo in avanti è stato fatto sull’autismo, che oggi è considerato una condizione e non una malattia. Le nostre attenzioni si sono concentrate sulla fase prenatale per sensibilizzare il futuro genitore alla cura della salute mentale. Parlare di salute mentale e promuovere una sensibilizzazione attraverso le scuole, il mondo economico e artistico, è fondamentale per creare una rete di supporto e muoversi in maniera coordinata per combattere la povertà vitale responsabile oggi di molti gravi disagi psichici e relazionali».
Secondo Antonio Vita, Professore Ordinario di Psichiatria dell’Università di Brescia, Direttore Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze, ASST Spedali Civili di Brescia: «Le nuove tecnologie stanno toccando in modo crescente anche il tema della salute mentale. Dopo il Covid-19, la telemedicina si impiega sempre più diffusamente e nuove tecnologie si affacciano, basti pensare, ad esempio agli interventi attraverso la realtà aumentata. La creazione di ambienti modificati, infatti, può influenzare e condizionare eventuali trattamenti o terapie inerenti la salute mentale. L’impatto delle nuove tecnologie è particolarmente significativo, tuttavia occorre tenere presente anche alcuni limiti, ovvero il mantenimento del rapporto tra medico e paziente».
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