Site icon Voce della sanità

“Formare alla prevenzione”: riuniti a Bologna gli Assistenti sanitari di AsNAS

L’evento che si è svolto a Bologna ha rappresentato un momento di confronto sulla formazione degli Assistenti sanitari e ha visto un focus sulla formazione con l’obiettivo di mettere in luce l’evoluzione, le peculiarità e le sfide future della formazione dell’Assistente sanitario

Si è svolto sabato 11 ottobre presso l’Aula Magna dell’Ospedale Maggiore di Bologna il Convegno nazionale AsNAS “Formare alla prevenzione – 100 anni di formazione degli Assistenti sanitari a tutela della salute delle comunità e delle famiglie” che ha riunito da tutta Italia un centinaio di soci e socie dell’Associazione tecnico-scientifica insieme a professionisti, docenti universitari e rappresentanti istituzionali.

L’evento, che ha ottenuto il patrocinio di AIE (Associazione Italiana di Epidemiologia), Azienda USL Bologna, Croce Rossa Italiana, FNO TSRM e PSTRP e SNOP (Società Nazionale Operatori della Prevenzione), ha rappresentato un momento di confronto sulla formazione degli Assistenti sanitari, una professione che da sempre ha beneficiato di percorsi specializzati nelle discipline che concorrono agli obiettivi di prevenzione e di promozione della salute.

«Una professione forte con radici solide»

La giornata si è aperta con i saluti istituzionali che hanno sottolineato il valore strategico degli Assistenti sanitari nel sistema sanitario contemporaneo. Daniela Addis, Presidente della Commissione di albo nazionale degli Assistenti sanitari, ha ribadito con forza: «La nostra professione è una professione forte, con radici solide, un’identità definita e una missione chiara: tutelare la salute della comunità e delle famiglie attraverso la prevenzione, la promozione della salute e l’educazione alla salute. Non abbiamo bisogno di inventarci un ruolo: il nostro spazio esiste ed è qui ora, perché ce lo siamo guadagnati sul campo ogni giorno». Stefania Dal Rio, Direttrice Assistenziale dell’AUSL di Bologna, ha evidenziato come «in un momento storico caratterizzato da sfide complesse – pandemie, emergenze sanitarie, aumento delle patologie croniche e delle disuguaglianze sociali – l’approccio interdisciplinare risulta indispensabile e gli Assistenti sanitari rivestono un ruolo centrale, con competenze specifiche che, lavorando a contatto con la persona, la famiglia e la comunità, contribuiscono all’analisi dei bisogni e a rispondere in maniera appropriata». Roberto Calisti, in rappresentanza della SNOP, ha sottolineato tre elementi che rendono la professione di Assistente sanitario particolarmente importante e vicina agli obiettivi della Società Nazionale Operatori della Prevenzione: “la formazione come strumento di prevenzione efficace, l’attenzione alla partecipazione e alla comunità, e l’atteggiamento del prendersi cura. La vostra non è una professione fredda, è una professione calda”, ha affermato, ribadendo la vicinanza storica tra SNOP e la professione attraverso la condivisione dello stile del lavoro interprofessionale. Il Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Bologna, Giancarlo Lucchi, ha illustrato le principali attività su cui Ordini territoriali e Federazione nazionale stanno lavorando per valorizzare le professioni sanitarie.

Un progetto di ricerca sulla storia deli assistenti sanitari

La prima sessione “Tracce di storia: 100 anni di sapere e competenze” ha ripercorso l’evoluzione della professione attraverso diversi contributi: dall’analisi normativa curata da Claudio Gualanduzzi, che ha documentato oltre un secolo di norme che hanno plasmato l’identità professionale, ai fondamenti teorici e modelli formativi presentati da Giuliana Bodini. Rilevante è stata la presentazione del progetto di ricerca sulla storia della professione illustrato da Valeria Gorga e Giuseppina Maganuco, referenti del Gruppo di lavoro AsNAS ad esso dedicato: un lavoro che ha coinvolto 41 professionisti provenienti da 13 regioni italiane e ha raccolto finora 43 interviste di colleghe che hanno iniziato a lavorare prima del 1978, mappando l’evoluzione della professione attraverso diverse generazioni e contesti operativi. I primi risultati della ricerca presso l’archivio storico della Croce Rossa di Cremona, mostrati da Annalisa Longari, hanno documentato, attraverso testimonianze originali, la prima formazione a partire dal 1938. La sessione si è conclusa con la messa in scena di alcuni monologhi curati da Mara Bonazzola e tratti dalle interviste raccolte nell’ambito della ricerca. Queste interpretazioni hanno dato voce alle esperienze vissute dalle professioniste che, diversi anni fa, hanno contribuito alla tutela della salute del nostro Paese.

La seconda sessione ha visto protagonista una tavola rotonda dedicata alle “Sfide contemporanee nella formazione”, moderata da Elena Nichetti, con l’obiettivo di mettere in luce l’evoluzione, le peculiarità e le sfide future della formazione dell’Assistente sanitario. Hanno partecipato rappresentanti di diverse sedi universitarie e con ruoli diversi nella formazione, capaci di offrire punti di vista complementari: Alessandra Mereu (Cagliari, Presidente della Commissione nazionale dei Corsi di laurea in Assistenza Sanitaria e Presidente del Corso di laurea in Assistenza Sanitaria), Giovanna Bonera (Brescia, tutor professionale), Luisa De Carlo (Trieste, Direttore delle attività didattiche professionalizzanti), Cinzia Sgarella (Milano, tutor professionale), Irene Malevolti (Firenze, docente di metodologia della professione) ed Elisa Varini (Modena, guida di tirocinio). È emersa una visione di formazione in grado di definire l’identità dell’Assistente sanitario, legata alla sua capacità di rispondere ai bisogni di salute pubblica con competenze specifiche. Dal dibattito si è delineata chiaramente la necessità di mantenere nella formazione universitaria degli Assistenti sanitari la concretezza e il legame con la rete territoriale. I relatori hanno fatto il punto sulla situazione delle metodologie formative più efficaci e sulla spendibilità delle competenze acquisite dai laureati in assistenza sanitaria nel mercato del lavoro, evidenziando come la dimensione internazionale e l’accreditamento IUHPE (International Union for Health Promotion and Education) per sedi formative e professionisti offrano alla professione una prospettiva strategica: essere figura cardine nella promozione della salute globale e nella connessione tra sistemi sanitari e comunità.

La terza sessione, moderata da Nadia Galler e dedicata alla “Salute familiare: competenze specialistiche in consultorio”, ha assunto particolare rilevanza in occasione del cinquantesimo anniversario della Legge 405/1975 che istituì i Consultori Familiari. Eddy Galiazzo ha presentato il documento di posizionamento “Il ruolo dell’Assistente Sanitario/a all’interno dei Consultori Familiari”, elaborato dal Gruppo di lavoro Affettività, sessualità e famiglia di AsNAS, che evidenzia il ruolo centrale dell’Assistente sanitario nella promozione della salute sessuale e affettiva, nel sostegno alla genitorialità, nella prevenzione delle fragilità familiari e nella lotta alle disuguaglianze di salute, attraverso l’utilizzo di strumenti distintivi come il colloquio, i dispositivi gruppali e la visita domiciliare. Giuliana Bodini ha illustrato la cornice normativa e teorica dell’intervento consultoriale, mentre Valentina Anastasia, Cinzia Boer e Paola Corazza hanno condiviso esperienze concrete sul campo che hanno dato concretezza ai modelli teorici presentati e al documento di posizionamento, mostrando come le competenze dell’Assistente sanitario si traducano in interventi efficaci nell’ambito dell’educazione alla relazione affettiva e sessuale, della tutela della salute sessuale e riproduttiva, della promozione della salute orale e del supporto agli adolescenti e alle giovani coppie.

Come emerso dalle ricerche storiche presentate, gli Assistenti sanitari hanno da sempre operato attraverso strumenti distintivi, favorendo con impegno la promozione del benessere collettivo e il miglioramento della qualità della vita delle persone. Dalla salute materno-infantile all’igiene, dalla medicina scolastica ai consultori, dai servizi vaccinali alla prevenzione delle malattie sociali, la professione ha attraversato più di un secolo mantenendo ferma la propria missione: raggiungere le persone e le comunità là dove vivono, identificare precocemente i bisogni di salute e promuovere interventi preventivi ed educativi. Tale missione e tale orientamento della professione sono dettati dalla specificità della formazione che, fin dalle origini e ancora oggi nei percorsi universitari, plasma i futuri professionisti verso un approccio centrato sulla prevenzione e sulla promozione della salute, fornendo loro competenze metodologiche, strumenti operativi e una visione sistemica della salute di comunità.

L’evento ha confermato che “formare alla prevenzione” significa preparare professionisti capaci di coniugare prossimità, competenza scientifica e umanità. Come sottolineato dalla Presidente nazionale di AsNAS, Elena Nichetti, «cento anni di formazione non sono solo un traguardo da celebrare, ma un punto di partenza. Guardare alla nostra storia significa dare valore al futuro, rafforzando la consapevolezza che la prevenzione è sì una responsabilità condivisa ma che la competenza in questo campo si costruisce nel tempo, con dedizione, studio e applicazione in diversi contesti». Oltre alla visione sistemica e all’attenzione ai bisogni emergenti di salute delle comunità, è fondamentale sottolineare la capacità degli Assistenti sanitari di adattarsi ai cambiamenti sociali e sanitari, interpretando con sensibilità le trasformazioni del territorio e delle famiglie. Questo approccio consente di anticipare le criticità, promuovere la partecipazione attiva dei cittadini e costruire reti di collaborazione tra professionisti, istituzioni e realtà locali, rafforzando così la resilienza e il benessere collettivo.

Rimani aggiornato su www.vocesanità.it

Exit mobile version