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Premio Energie per Roma 2025, Alessio Arcangeli (TdP): «La sicurezza sul lavoro nasce dalla cultura e dall’amore per le persone»

Emozione, sorpresa, formazione e visione: il racconto di un professionista Tecnico della Prevenzione sui luoghi di lavoro che ha fatto della sicurezza sul lavoro un percorso umano, prima ancora che lavorativo

Quando Alessio Arcangeli, Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma e provincia, ha ricevuto la comunicazione ufficiale del Premio Energie per Roma 2025, la prima reazione è stata un misto di gioia, incredulità e riconoscenza. «Mi sono sentito molto emozionato e felice — racconta — non tanto per il premio in sé, ma per ciò che rappresenta». Per lui il riconoscimento è la dimostrazione che “quando si vive il proprio lavoro con passione, gli altri se ne accorgono e ti seguono”. Ha sempre creduto che la sicurezza fosse un percorso capace di mobilitare l’anima delle persone, accompagnandole verso una crescita personale oltre che professionale. «Questo premio per me è come la goccia di un piccolo lago che finalmente riesce a raggiungere il mare», confida.

La sorpresa della candidatura

Arcangeli non si aspettava affatto di essere selezionato. Ricorda con gratitudine la prima email di candidatura inviata dal consigliere Alessandro Alongi, definendola “una dolce sorpresa”. Ma è la seconda comunicazione, quella della selezione finale, ad averlo lasciato «letteralmente a bocca aperta». Spiega che non ha mai lavorato con l’idea di ricevere riconoscimenti: il suo obiettivo è sempre stato crescere come uomo, per poter poi aiutare le altre persone grazie alla sua professionalità. La vera soddisfazione, dice, è sapere che “il proprio tempo su questa terra sta facendo la differenza per qualcuno”. Un pensiero che, a suo avviso, dà valore a tutti i sacrifici fatti.

Umanità, presenza e formazione: il cuore del suo lavoro

Il premio riconosce il contributo allo sviluppo, alla sicurezza e al benessere della città di Roma. Arcangeli spiega che il suo lavoro si fonda su tre pilastri fondamentali: l’ascolto umano, la presenza professionale e la formazione. «Siamo prima persone, poi risorse aziendali», afferma con convinzione. Per lui la sicurezza parte dall’incontro: ascoltare storie, paure, dubbi e obiettivi; costruire fiducia, rispetto e valore condiviso.

Il secondo aspetto riguarda la professionalità come presenza autentica. Non basta, dice, offrire soluzioni tecniche: spesso le persone hanno bisogno soprattutto di essere capite e accompagnate, di vedere che il cambiamento non solo è possibile, ma può diventare concreto se si lavora insieme. La formazione, infine, è il suo punto di forza e la sua vocazione. Arcangeli insiste sulla necessità di diffondere la cultura della sicurezza, rendendola non un obbligo normativo ma uno strumento di crescita umana. «È fondamentale scoprire il nostro perché, ciò che ci motiva davvero a lavorare in sicurezza», sostiene.

Le sfide: tra visibilità, burocrazia e crescita personale

Il percorso non è stato semplice. Nel racconto di Arcangeli emergono tre ambiti di difficoltà: farsi conoscere e conquistare la fiducia del pubblico, affrontare gli aspetti fiscali ed economici della libera professione e — soprattutto — affrontare sé stessi. «La sfida più importante è accettare gli errori come parte del processo che ci porta alla nostra migliore versione», spiega. Per lui è essenziale riconoscere la propria luce interiore, quella che tutti possediamo più di quanto crediamo. Accogliere questa luce significa, secondo Arcangeli, riscoprire l’amore verso il prossimo e la volontà di migliorare il mondo in cui viviamo.

I momenti decisivi: dalla consapevolezza alla conferma operativa

Arcangeli individua due momenti chiave nel percorso che lo ha portato a questo riconoscimento. Il primo è stata la consapevolezza profonda che la formazione poteva diventare la sua strada professionale. «Questa presa di coscienza mi ha spinto a dare sempre il meglio, a rimanere umile e ad ascoltare le critiche costruttive». Il secondo momento è stato più concreto: quasi tutte le aziende che segue superano controlli e ispezioni senza ricevere sanzioni. Questo risultato, ottenuto grazie alla costruzione di percorsi di sicurezza efficaci, ha generato fiducia e passaparola, diventando una conferma tangibile del valore del suo lavoro.

Guardando al futuro: “Voglio diventare un punto di riferimento per Roma”

Per i prossimi anni Arcangeli ha un obiettivo chiaro: continuare a investire sulla formazione e diventare un punto di riferimento nel territorio romano. Ma soprattutto desidera restare fedele alla propria natura, «un ragazzo semplice, fiducioso e profondamente positivo», convinto che il valore più grande sia quello che si lascia alle persone attraverso relazioni autentiche. È proprio sul legame umano che punta anche quando immagina ciò di cui Roma ha più bisogno: una diffusione più ampia della cultura della sicurezza, fin dalle scuole, e percorsi formativi più frequenti, più diretti e meno dispersivi. Ritiene fondamentale che chi inizia a lavorare abbia già una base solida e che la formazione non avvenga ogni cinque anni, ma diventi un appuntamento costante.

Il messaggio ai giovani: “Ognuno ha il suo tempo”

A chi sogna di avere un impatto positivo sulla propria comunità, Arcangeli offre un messaggio potente e intensamente personale: «Ascoltate il vostro cuore, il vostro istinto, le vostre passioni. Non permettete a nessuno di dirvi che non siete in grado. Se sbagliate, non siete dei falliti: avete solo bisogno di trovare il vostro habitat. Ognuno ha il suo tempo». Ricorda la sua stessa esperienza, i sei anni universitari necessari per capire realmente quale fosse la sua strada, e invita i giovani a credere nei propri sogni, a sentirli nelle ossa, nella pelle, nel respiro: «L’importante è vivere il proprio tempo e credere in noi stessi».

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