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Ddl Salute mentale, ANUPI TNPEE e AITNE: «Distinguere tra disturbi del neurosviluppo e disturbi mentali, i minori non possono essere trattati come gli adulti»

AITNE -Associazione Italiana Terapisti della Neuro e psicomotricità dell’Età evolutiva e ANUPI TNPEE Associazione Nazionale Unitaria dei Terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva contestano l’impostazione del Ddl all’esame del Senato, soprattutto per quel che riguarda la salute mentale dei minori: «Chiediamo al Parlamento di rivedere profondamente l’attuale impostazione del disegno di legge, ascoltando le competenze dei professionisti del settore, i dati della ricerca e, soprattutto, i bisogni concreti dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie

Dopo l’allarme sollevato dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) sul Disegno di Legge sulla Salute Mentale in discussione in Commissione Affari Sociali del Senato, ora anche AITNE -Associazione Italiana Terapisti della Neuro e psicomotricità dell’Età evolutiva e ANUPI TNPEE Associazione Nazionale Unitaria dei Terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva sollevano perplessità sul testo che porta la prima firma di Francesco Zaffini.

«In questi giorni di discussione in Commissione Affari Sociali del Senato del Disegno di Legge sulla Salute Mentale, a partire dal testo Zaffini n.1179 dal titolo “Disposizioni in materia di tutela della salute mentale”, riteniamo doveroso unirci alle preoccupazioni espresse dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), rimarcando con forza le evidenze contenute nel 13° Rapporto CRC su “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia”, che offre un quadro estremamente chiaro dell’attuale emergenza. In Italia, quasi due milioni di bambini e adolescenti soffrono di disturbi neuropsichici. Nonostante la domanda di cura sia cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni – anche a seguito dell’impatto della pandemia – i servizi dedicati all’età evolutiva sono ancora largamente insufficienti» spiegano la Presidente AITNE Dott.ssa Maria Letizia Tossali e il Presidente ANUPI TNPEE Dott. Giulio Santiani.

Troppi adolescenti ricoverati in reparti per adulti

«Il Rapporto CRC evidenzia come solo tre minori su dieci riescano ad accedere a cure appropriate, e come vi siano profonde disuguaglianze territoriali nell’organizzazione e nell’erogazione degli interventi. Mancano strutture adeguate, personale specializzato e percorsi terapeutici continuativi, e in molte Regioni sono del tutto assenti i posti letto di degenza in Neuropsichiatria infantile. Ancora oggi, troppi adolescenti vengono ricoverati in reparti per adulti, con gravi conseguenze emotive e cliniche. In questo scenario già fragile, l’attuale impostazione del Disegno di Legge in discussione rischia di aggravare la situazione. Il modello proposto, che si riferisce in modo confuso a quelle che definisce “nuove” forme di sofferenza psichica (tra le quali annovera l’autismo), senza operare le appropriate distinzioni tra disturbi del neurosviluppo e disturbi mentali, concentra l’attenzione sulla fascia d’età 14-25 anni e riduce l’intervento alla sola sfera psichiatrica adolescenziale, non tenendo conto della complessità del neurosviluppo né della specificità dell’età evolutiva. Disarmonie evolutive o disturbi conclamati richiedono un’assistenza multidisciplinare, precoce e personalizzata, che non può essere assimilata a quella prevista per i giovani adulti. Intervenire precocemente è doveroso per sfruttare pienamente i meccanismi della neuroplasticità dei primi anni dello sviluppo che, come noto, nella letteratura scientifica, in questa fase del ciclo di vita rendono il cervello particolarmente recettivo alle stimolazioni ambientali e terapeutiche».

«Questa finestra evolutiva offre un’opportunità unica per modificare in modo significativo la traiettoria dello sviluppo, con un impatto prognostico positivo sul funzionamento cognitivo, emotivo, sociale ed adattivo del bambino, dell’adolescente e quindi dell’adulto di domani. Come sottolinea SINPIA, bambini e adolescenti non sono adulti in miniatura. Hanno bisogni specifici che devono essere accolti da servizi dedicati, con équipe formate da neuropsichiatri infantili, psicologi e tutte le figure professionali sanitarie della riabilitazione con competenze specialistiche. Servono percorsi terapeutici costruiti sulla base dello sviluppo cognitivo, neuromotorio, neuropsicologico, emotivo e relazionale dei pazienti, in stretta collaborazione con le famiglie, la scuola e il contesto sociale. Il DDL si pone l’intento di ridefinire l’offerta dei servizi di salute mentale, puntando sulla “valorizzazione dell’attività di prevenzione al fine di evitare che il disturbo mentale assuma il carattere della cronicità, nonché di assicurare alle persone affette da disagio e disturbo mentale l’accesso a una assistenza sanitaria e sociosanitaria che tenga conto delle loro specifiche esigenze, garantendo la tutela della loro sicurezza e incolumità, nonché quella dei loro familiari e di tutti i professionisti che operano nei servizi per la salute mentale. Per questi ultimi, il presente disegno di legge si propone di ridurre al minimo, se non eliminare, gli episodi di violenza di cui troppo spesso sono stati vittime, anche attraverso l’intervento tempestivo da parte delle autorità”.

Le proposte per potenziare assistenza sulla salute mentale dei minori

Il tentativo di istituire nuovi servizi per la fascia 14-25 anni, senza un’adeguata integrazione con la rete esistente e senza risorse aggiuntive, rischia di frammentare ulteriormente i percorsi di cura, creando aree grigie e duplicazioni, e mettendo a rischio la continuità assistenziale. È necessario, al contrario, rafforzare l’intero sistema di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, a partire da alcuni interventi urgenti:

• Incrementare i posti letto di degenza (oggi solo 403 a fronte di un fabbisogno stimato di almeno 700);

• Rendere operativi in tutte le Regioni gli standard organizzativi dei servizi NPIA, definiti a livello nazionale;

• Applicare in modo uniforme le Linee di indirizzo sui disturbi neuropsichiatrici dell’infanzia e adolescenza, approvate nel 2019;

• Istituire un sistema informativo nazionale che permetta di monitorare in modo omogeneo la diffusione dei disturbi, l’accesso ai servizi e l’appropriatezza degli interventi;

• Pianificare una transizione efficace verso l’età adulta, che garantisca continuità e non abbandono dopo i 18 anni. Infine, non possiamo ignorare le raccomandazioni internazionali. Il Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia ha invitato l’Italia a rafforzare la rete dei servizi NPIA, a vigilare sull’uso eccessivo della farmacoterapia, e a investire nella prevenzione e nell’individuazione precoce dei disturbi già nei primi anni di vita. Un obiettivo condiviso anche dalla comunità scientifica italiana, che da anni promuove un approccio integrato e centrato sullo sviluppo neuropsichico nella sua interezza.

«La salute mentale dei minori non può essere ridotta a una questione emergenziale né trattata con strumenti pensati per l’età adulta. È un investimento strategico e strutturale sul futuro del nostro Paese. Per questo chiediamo al Parlamento di rivedere profondamente l’attuale impostazione del disegno di legge, ascoltando le competenze dei professionisti del settore, i dati della ricerca e, soprattutto, i bisogni concreti dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie» concludono i presidenti delle due associazioni.

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