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Alcol, allerta dell’OMS: causa sette tipi di tumore ed è responsabile di 70mila morti l’anno in Europa

Ridurne l’assunzione può portare a benefici immediati e a lungo termine come migliorare la qualità del sonno, la memoria e la lucidità mentale, oltre a ridurre significativamente il rischio di malattie croniche. L’OMS lancia la campagna “Ridefinire l’alcol per un’Europa più sana e sicura”

L’alcol è responsabile di un decesso su 11 nella regione europea e può causare oltre 200 malattie, da infarto e ictus a problemi digestivi, fino a un aumento del rischio di almeno 7 tipi di cancro, tra cui quello al seno, all’esofago, al fegato e al colon-retto. «Ridefinire l’alcol per un’Europa più sana e sicura» è la campagna lanciata dall’Organizzazione mondiale della sanità – Europa per invitare le persone a riconsiderare il loro rapporto con il bere e a saperne di più sui rischi per la salute.

Ogni anno in Europa 70mila decessi per tumore sono riconducibili all’alcol. E se è vero che il rischio cresce con l’aumentare del consumo è anche vero che «piccole quantità di alcol possono comunque aumentare il rischio», precisa l’Oms Europa. Il consumo di vino birra e superalcolici è invece spesso considerato radicato nella cultura e visto come una componente essenziale delle celebrazioni, della socializzazione e persino della vita quotidiana. Mentre meno della metà degli europei è a conoscenza del legame tra alcol e cancro, nonostante sia uno dei principali fattori di rischio. «In Europa, l’alcol è spesso troppo economico, facilmente reperibile e fortemente pubblicizzato. È tempo di riconoscere il suo profondo impatto sulla salute», spiega l’Oms. Basata sulle ultime ricerche, sulle consultazioni di esperti e su esperienze vissute, l’iniziativa incoraggia a riflettere su quali narrazioni e miti esistono intorno all’alcol e a ripensarli, partendo da semplici domande, come: “Ne vale la pena?”.

Ridurne l’assunzione può portare a benefici immediati e a lungo termine come migliorare la qualità del sonno, la memoria e la lucidità mentale, oltre a ridurre significativamente il rischio di malattie croniche, tra cui ictus e tumori. A questo vanno aggiunte le ricadute secondarie ovvero una diminuzione di infortuni, annegamenti, suicidi e violenza in tutte le sue forme, inclusa quella sessuale e di genere. 

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