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Obesità, l’allarme dei cardiologi: «È causa di ventimila decessi cardiovascolari l’anno»

La lotta all’obesità è tra le priorità del Piano Strategico Nazionale per la Salute Cardiovascolare. I cardiologi della SIC riuniti a Congresso chiedono di ampliare la rimborsabilità dei nuovi farmaci anti obesità ma solo ai pazienti ad alto rischio

La Società Italiana di Cardiologia (SIC), riunita a Roma per il Congresso nazionale, sollecita l’ampliamento della rimborsabilità dei nuovi farmaci anti-obesità ai pazienti con malattie cardiache associate all’eccesso di peso. Gli esperti sottolineano che l’obesità rappresenta un fattore determinante per numerose patologie cardiovascolari e che gli ultimi farmaci hanno dimostrato benefici che vanno oltre il controllo del diabete, contribuendo a ridurre in modo significativo il rischio di infarto e ictus.

Secondo i cardiologi, l’obesità è responsabile di oltre 20mila decessi cardiovascolari l’anno in Italia e incide su circa la metà delle malattie cardiache, tra cui infarto, ictus, scompenso e fibrillazione atriale. Anche a livello globale il fenomeno è in forte crescita, con un aumento marcato della mortalità per cardiopatia ischemica legata all’eccesso ponderale.

SIC chiede rimborsabilità farmaco anti obesità resti limitata a pazienti ad alto rischio

La SIC chiede però che l’eventuale estensione della rimborsabilità resti limitata ai pazienti ad alto rischio, evitando che questi trattamenti vengano utilizzati come scorciatoia per il dimagrimento estetico, in sostituzione dei corretti stili di vita, ritenuti essenziali per la prevenzione primaria.

L’associazione ricorda inoltre che la lotta all’obesità deve partire dall’infanzia, poiché l’Italia registra i peggiori dati europei per incidenza nei bambini. Da qui l’appello a introdurre ore obbligatorie di educazione alimentare nelle scuole.

Il tema è tra le priorità del Piano Strategico Nazionale per la Salute Cardiovascolare, che punta a promuovere educazione nutrizionale e attività fisica nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Le società cardiologiche si dichiarano disponibili a collaborare con le istituzioni per potenziare gli interventi di prevenzione e tutela della salute cardiovascolare fin dall’età pediatrica.

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