
Secondo il Rapporto Agenas la Toscana è in grado adesso di raggiungere entro il 2028 il 90% della popolazione assistita. Cruciale il contributo del Pnrr: grazie ai fondi la Regione ha avuto l’opportunità di portare a 30 le unità di cure palliative domiciliari
La Toscana è fra le regioni più attrezzate in Italia per le cure palliative e si indirizza verso il pieno raggiungimento entro il 2028 degli obiettivi da centrare secondo le indicazioni nazionali. È l’agenzia del ministero della Salute Agenas, nel suo rapporto annuale, a dare riscontro ai passi in avanti compiuti: la Toscana ha raggiunto 35 dei 37 parametri fissati. I pazienti assistiti con terapie per controllare il dolore e gli hospice sono cresciuti del 7% nel 2024, passando in un anno da 10.395 a 11.154.
Punti deboli del sistema restano l’istituzione e l’accreditamento della rete locale delle cure palliative, oltre alla presenza di un percorso integrato di cure uniforme a livello regionale. Di contro la Toscana è in grado adesso di raggiungere entro il 2028 il 90% della popolazione assistita, in linea con la normativa nazionale. Risulta già attiva la rete pediatrica con un’offerta integrata per adulti e minori. Servizi che via, via si stanno potenziando col contributo finanziario cruciale del Pnrr.
Entro il 2028 posti letto per cure palliative cresceranno
La Regione ha avuto l’opportunità, tramite questo canale, di portare a 30 le unità di cure palliative domiciliari, a 206 i posti letto negli hospice con una crescita del 10% dei posti in struttura. Entro il 2028 la Toscana dovrà portare a 8-10 i posti ogni 100 mila abitanti per le cure domiciliari e sarà chiamata a creare altri 87 posti letto per gli hospice.
«L’attenzione della Regione al benessere della persona e alla sua dignità di fronte a patologie in fase avanzata o non curabili è massima su tutti i fronti- commenta l’assessore regionale al Diritto alla Salute, Simone Bezzini– ci investiamo, nonostante la carenza di risorse, abbiamo fatto un lavoro importante e stiamo ottenendo risultati significativi, anche per merito dei professionisti, così come fondamentale è il contributo del volontariato delle associazioni».
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