Alla Regione Lazio il confronto tra Istituzioni, Agenas, Società Scientifiche e Associazioni sull’assistenza ai pazienti con diabete. Aurigemma: «Prevenzione pilastro fondamentale». Dai dati emerge una grave carenza nella figura dello psicologo: in nessun centro intervistato esiste un supporto psicologico strutturato
Una sanità regionale a due velocità, dove eccellenze tecnologiche convivono con profonde disomogeneità nell’accesso alle cure e una preoccupante carenza di supporto psicologico strutturato. È questa la fotografia scattata dal Rapporto sulla Valutazione Partecipata, presentato da Federdiabete Lazio presso la Sala Tevere del Palazzo di Regione Lazio. L’indagine, condotta attraverso un monitoraggio civico su 33 centri diabetologici distribuiti nelle 10 ASL del Lazio, ha messo in luce luci e ombre del sistema assistenziale regionale.
L’evento, moderato da Teresa Petrangolini (Direttrice Patient Advocacy Lab – ALTEMS), ha visto un confronto serrato e costruttivo tra decisori politici, tecnici e rappresentanti dei pazienti.
I dati: tecnologia ok, ma mancano psicologi e percorsi omogenei
Il rapporto, illustrato dalla Presidente di Federdiabete Lazio Lina Delle Monache, si basa su dati reali e non statistici, raccolti direttamente nei centri. «Il nostro report non è una pagella, ma uno strumento propositivo per evidenziare le ‘best practices’ e colmare le lacune», ha dichiarato Lina Delle Monache. «Dai dati emerge una grave carenza nella figura dello psicologo: in nessun centro intervistato esiste un supporto psicologico strutturato e dedicato esclusivamente alla diabetologia, se non in rarissimi casi parziali come a Viterbo o in ambito universitario. Inoltre, l’assistenza per il piede diabetico è garantita con standard adeguati solo in 3 ASL su 10. Chiediamo di sederci ai tavoli istituzionali per rendere omogenei i servizi: non possiamo accettare che la qualità della cura dipenda dal codice di avviamento postale del paziente».
Le istituzioni: prevenzione e coordinamento
Forte l’apertura da parte delle istituzioni regionali. Il Presidente del Consiglio Regionale, Antonello Aurigemma, ha ribadito la centralità della prevenzione: «Per troppi anni la prevenzione è stata considerata un costo, mentre è ormai assodato che sia uno dei pilastri della sanità. Ogni euro speso in prevenzione ne fa risparmiare sei in cura. Le associazioni svolgono un ruolo fondamentale per farci comprendere se le risorse stanziate arrivano davvero a destinazione e se la presa in carico funziona».
A raccogliere le istanze delle associazioni è intervenuto Fabio De Lillo, dell’Ufficio di Gabinetto del Presidente della Regione Lazio con delega alle politiche strategiche: «Il mio ruolo è cercare di coordinare questo complesso mondo fatto di dirigenti, medici e associazioni. Chi vive la patologia sulla propria pelle conosce i problemi meglio di chiunque altro. Ho detto a Federdiabete: lavoriamo su ciò che manca. Se ci sono cento cose da fare e trenta mancano, concentriamoci su quelle per adottare linee guida comuni e migliorare la vita dei pazienti».
Innovazione e nuovi modelli: il ruolo di Agenas e dell’Ia, un nuovo PDTA per il diabete
Durante i lavori, Michela Santurri (Agenas) ha presentato il progetto per un PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) ottimale per il diabete, sottolineando la necessità di indicatori nazionali comuni: «Abbiamo lavorato con le Regioni, incluso il Lazio, per definire un percorso che parta dalla prevenzione. Non basta il trattamento: serve misurare l’efficacia con indicatori di esito e di processo condivisi». L’innovazione passa anche dal metodo di raccolta dati: Luca Savarese (CEO 4K S.r.l.) ha illustrato come la piattaforma utilizzata per il report sfrutti l’Intelligenza Artificiale per elaborare migliaia di dati qualitativi, trasformando le intuizioni delle associazioni in report scientificamente validi e immediatamente fruibili per l’advocacy.
La voce del territorio e delle società scientifiche
Il dibattito ha dato spazio alle criticità specifiche delle diverse aree del Lazio:
- Paolo Toni (Vicepresidente Federdiabete Lazio) ha denunciato l’iniquità nei costi burocratici: «Per il rinnovo della patente, la certificazione medico-legale varia da 0 a 50 euro a seconda della struttura. Non è accettabile, serve una tariffa unica regionale».
- Francesco Zazza (Consigliere Federdiabete) ha acceso i riflettori sul diabete pediatrico, lamentando la carenza di spazi accoglienti e supporto nutrizionale per le famiglie.
- Giuliana Giampieri (Presidente Rieti Diabete) ha portato la testimonianza delle aree interne: «Rieti è la Cenerentola del Lazio per la dispersione territoriale. La telemedicina e le Case di Comunità sono essenziali dove le distanze rendono difficile l’accesso ai centri».
- Alessandro Tempesta (Vicepresidente Federdiabete) ha rimarcato l’importanza dell’infermiere dedicato e del case manager per la gestione della cronicità.
Pieno sostegno è arrivato dalle società scientifiche. Natalia Visalli (Presidente AMD Lazio) ha definito la valutazione partecipata «un sussidiario su cui impostare il lavoro del direttivo regionale», mentre Ilaria Malandrucco (Segretario SID Lazio) ha ribadito l’importanza di «creare percorsi di pressing efficaci insieme alle associazioni per non lasciare nessuno indietro».
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