
I giudici del tribunale di Palermo hanno respinto i ricorsi presentati da alcuni Educatori Professionali “sociopedagogici” che rivendicavano l’accesso stabile all’interno di servizi sanitari e socio-sanitari. Le sentenze evidenziano come gli Educatori professionali sociosanitari abilitati all’esercizio della professione possiedano una formazione, una expertise specifica e completa
Due sentenze consecutive del Tribunale amministrativo regionale (TAR) per la Sicilia – Sezione Quarta, depositate l’11 e il 12 agosto scorso, hanno riaffermato la specificità e la tutela della professione di Educatore professionale socio-sanitario, così come definita dal D.M. n.529/1998.
In particolare, i giudici di Palermo hanno respinto i ricorsi presentati da alcuni Educatori Professionali “sociopedagogici” che rivendicavano l’accesso stabile all’interno di servizi sanitari e socio-sanitari. Una posizione già anticipata in altre pronunce del TAR, che non avevano concesso la sospensiva agli atti impugnati rimarcando “l’intima distinzione esistente tra il profilo dell’educatore socio-sanitario e la professione dell’educatore socio-pedagogico”.
Dunque, le sentenze di agosto evidenziano come gli Educatori professionali sociosanitari abilitati all’esercizio della professione ai sensi del D.M. n. 520/1998, iscritti agli Ordini TSRM e PSTRP, possiedano una formazione, una expertise specifica e completa, laddove le competenze riabilitative si integrano in modo imprescindibile con quelle educative.
Ruolo educatore sociosanitario fondamentale
È proprio questa combinazione che rende il ruolo dell’Educatore professionale sociosanitario fondamentale per la cura e l’accompagnamento delle persone con patologie e fragilità lungo percorsi di cura e di autonomia. Separare la riabilitazione dall’educazione comprometterebbe la qualità dei servizi offerti, ai danni della collettività.
«Le pronunce di Palermo – afferma Maria Rita Venturini, Presidente della Commissione di albo nazionale degli Educatori professionali della FNO TSRM e PSTRP – rappresentano, non solo una vittoria per la nostra professione, ma è anche un chiaro messaggio per la qualità dei servizi ai cittadini con bisogni di Salute: le competenze educative e riabilitative dell’Educatore professionale socio-sanitario in contesti di fragilità sono un tutt’uno e non possono essere scisse, o addirittura sostituite da figure professionali di ben altra formazione»
«Dai pronunciamenti del TAR Palermo – osserva Diego Catania, Presidente della FNO TSRM e PSTRP – si conferma la necessità di una maggiore accuratezza nella selezione del personale educativo e riabilitativo da parte degli Enti; occorre garantire la presenza di figure pienamente competenti, attraverso la formulazione di bandi di concorso che rispettino specificità professionali e assicurino le migliori cure possibili alle persone assistite, sia esse in ambito sanitario, sociosanitario e socio assistenziale».
«La cura, l’educazione e la riabilitazione non sono compartimenti separati. Bisogna superare tale distinzione artificiale, che risponde a mere esigenze accademiche o a interessi di categoria, che penalizza i professionisti e, soprattutto, i cittadini più vulnerabili» concludono Catania e Venturini.
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