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Le tre dimensioni della sicurezza in area radiologica, parla la CdA dei TSRM di Roma e Provincia

Di Cinzia Romano

“Radioprotezione e sicurezza nell’area radiologica” è il titolo di un evento promosso dalla Commissione d’Albo dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica (CdA TSRM) di Roma e provincia che si è svolto lo scorso 29 novembre. 

Riceviamo e pubblichiamo una nota della Cda dei TSRM che spiega le finalitàdell’evento: 

«Dall’evento è emerso un messaggio importante: pensare che nel concetto di sicurezza della persona assistita e delle cure in radiologia il rischio principale sia legato all’esposizione a radiazioni ionizzanti è ormai rappresentativo di un approccio semplicistico, anacronistico e inappropriato che qualsiasi professione che si professi intellettuale e matura non si può permettere. 

Questo non solo perché la radioprotezione costituisce parte fondamentale della responsabilità di Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e Radiologi solo in quelle aree diagnostiche, terapeutiche e assistenziali che impiegano radiazioni ionizzanti, mentre, ad esempio, non può applicarsi all’ambito di Risonanza magnetica, ma soprattutto perché esiste una ben più grande molteplicità di aspetti relativi alla sicurezza dei pazienti in radiologia che passa anche attraverso considerazioni, ancora fin troppo marginali, come intendere la sicurezza a livello centrale nella pianificazione di interventi educativi, di risorse e di sviluppo nell’assistenza ai pazienti, così come degli specialisti.

In questa declinazione è da intendersi come olofrastico l’uso del termine sicurezza, essendo, questo vocabolo, da solo, espressione di concetti complessi e multidimensionali conquistati, nei secoli, attraverso una vera e propria rivoluzione/evoluzione linguistica che lo ha portato ad un cambiamento non solo semantico, ma anche iconografico, letterario e sociale con profonde implicazioni nel significato di sicurezza rivolta non solo al singolo individuo, come assenza di malattie ed infortuni, ma anche e soprattutto alla protezione della collettività contro i rei e gli ingiusti. Questa stessa transizione della sicurezza segna il passaggio da una collettività di persone intesa come comunità ad un’altra intesa come civiltà. La cura e assicurare la cura diventano patognomonici di una nuova Sanità Pubblica, ovvero di una politica comunitaria volta a garantire un elevato livello di protezione della salute umana. L’OMS distingue chiaramente due categorie di fattori che influenzano la sicurezza diagnostica: i fattori sistemici, come la cattiva organizzazione o la comunicazione inefficace e i fattori cognitivi, legati alla formazione e all’esperienza. Se non si agisce proattivamente per gestire questi rischi, il sistema sanitario resterà vulnerabile a eventi avversi. 

A conclusione dei lavori, la CdA TSRM ha consegnato ai partecipanti all’evento e a tutti i suoi iscritti la necessità di dare sostanza ad un moderno concetto di sicurezza che si completa nelle tre dimensioni fondamentali per il TSRM: la sicurezza fisica, attraverso l’uso sicuro delle apparecchiature radiologiche, l’applicazione rigorosa delle norme di radioprotezione, la precisione tecnica; la sicurezza relazionale, attraverso una relazione empatica e rispettosa della persona, fondata su un linguaggio appropriato che consideri la sua percezione di sicurezza; la sicurezza sanitaria che include il ruolo del TSRM di contribuire al fine ultimo della sanità pubblica, intesa come la “Scienza e l’arte di prevenire le malattie, prolungare la vita e promuovere salute fisica e mentale”

Le attività educative relative alla sicurezza della persona assistita devono essere trasparenti e coerenti con il percorso di studi, richiedendo quindi un approccio olistico. Non solo i bisogni e i valori degli assistiti, ma anche quelli del personale sanitario devono restare al centro dell’erogazione del servizio in ogni contesto di imaging clinico». 

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