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Autismo, il ruolo dei TNPEE e l’importanza del confronto tra le diverse figure professionali

A Roma una giornata di formazione per i professionisti sanitari Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva dell’Ordine TSRM e PSTRP della Capitale.  In Italia sviluppati sistemi per intercettare i segnali di atipia comportamentale già nei primi tre anni di vita, coinvolgendo pediatri, nidi e famiglie

Una giornata di formazione che ha avuto il sapore di un’alleanza. Tra professionisti della salute, ricercatori, e istituzioni. Ma soprattutto una giornata per parlare, con serietà, competenza e passione, di bambini, adolescenti e dei loro bisogni nel presente e nel futuro. Sabato 7 giugno, presso la Casa di Cura Villa Fulvia a Roma, si è tenuto il corso ECM “Approcci neuroevolutivi e strumenti per la presa in carico globale del bambino e dell’adolescente – Il disturbo dello spettro autistico”, promosso dalla Commissione d’Albo TNPEE dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma e provincia, in collaborazione con ANUPI TNPEE e AITNE. Un appuntamento gratuito, ma di alto valore, rivolto ai professionisti dell’area riabilitativa: TNPEE, logopedisti, terapisti occupazionali, educatori professionali, tecnici della riabilitazione psichiatrica.

L’evento – accreditato con 7 crediti ECM – è stato pensato non solo come momento formativo, ma come risposta concreta a un bisogno forte e sentito, come ha sottolineato Stefania Cortese, presidente della Commissione d’Albo TNPEE di Roma: «Fin dal nostro primo mandato nel 2019, abbiamo fatto nostra la missione di prenderci cura del fabbisogno formativo dei professionisti sanitari. Questo corso nasce da lì, ma va oltre: risponde a una domanda di salute reale, che ci arriva ogni giorno dai cittadini del nostro territorio. E lo fa proprio mentre è in discussione un disegno di legge sulla salute mentale che rischia di indebolire risorse fondamentali per la cura».

Non è un caso, quindi, che a dare il via ai lavori sia stato proprio Andrea Lenza, presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma, che ha ricordato il valore della collaborazione tra istituzioni:
«La presenza dell’Istituto Superiore di Sanità, accanto alle associazioni tecnico-scientifiche, testimonia quanto ricerca, politica sanitaria e clinica debbano camminare insieme. È questa la direzione che il nostro Ordine vuole sostenere, ed è grazie all’impegno della Commissione d’Albo dei TNPEE che oggi siamo qui».

Autismo, il ruolo dei TNPEE nell’individuazione dei segni di atipia comportamentale

La mattinata si è snodata tra modelli, strumenti e approcci integrati, con un’attenzione particolare all’intervento precoce. Maria Luisa Scattoni, coordinatrice dell’Osservatorio Nazionale Autismo dell’ISS, ha portato una panoramica puntuale sul lavoro di sorveglianza neuroevolutiva avviato in Italia: «Abbiamo sviluppato sistemi per intercettare i segnali di atipia comportamentale già nei primi tre anni di vita, coinvolgendo pediatri, nidi e famiglie. In questa fase i TNPEE sono figure professionali preziose: ne abbiamo promosso la competenza anche a livello europeo».

Una multidisciplinarietà che non è solo un valore aggiunto, ma una necessità, come ha ricordato Pamela Bellanca, consigliere dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma: «L’autismo è una sfida sempre più urgente sul piano sanitario nazionale. E senza il confronto costante tra figure professionali – medici, terapisti, psicologi, ricercatori – non possiamo pensare di costruire percorsi realmente efficaci».

L’importanza del lavoro in rete e dell’alleanza terapeutica

Il corso ha messo in luce anche l’importanza dell’alleanza terapeutica e del lavoro in rete, come ha spiegato Giovanna Gison, TNPEE, psicologa e membro del Comitato Scientifico di ANUPI TNPEE: «La nostra figura può identificare le funzioni cardine dello sviluppo, ma anche le potenzialità inespresse del bambino. Lavorare accanto alle famiglie e agli educatori ci permette di accompagnare la crescita in modo realmente efficace e condiviso».

Nel pomeriggio, sotto la guida di Federica Giovannone, il focus si è spostato sull’osservazione come competenza chiave del terapista: «L’osservazione e la valutazione strutturata sono fondamentali per delineare un profilo di sviluppo. È da lì che parte ogni trattamento, in ogni fascia d’età, indipendentemente dall’approccio clinico adottato».

Il valore della personalizzazione degli interventi è stato rimarcato anche da Andrea Bonifacio, presidente della Commissione d’Albo Nazionale TNPEE: «Le nuove linee guida ci chiedono rigore e flessibilità. Serve una base scientifica solida, certo, ma anche trattamenti su misura, costruiti intorno alla persona. E servono professionisti formati, capaci di coordinare e gestire la complessità».

A ribadire l’importanza di promuovere la figura del TNPEE nei contesti di cura è stata infine Letizia Tossali, presidente di AITNE: «Le associazioni tecnico-scientifiche hanno un ruolo cruciale nella professione. Le linee guida, che nascono dal nostro lavoro, dalla nostra ricerca. Solo così possiamo garantire percorsi efficaci per l’età evolutiva».

Un filo rosso ha attraversato tutta la giornata: il desiderio e il bisogno di costruire una presa in carico globale e realmente condivisa. Dove nessuno resta solo, né tra i professionisti né tra i bambini. Perché solo nella rete, fatta di competenze, ascolto e visione, si può davvero fare la differenza.

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