
Inviata al Ministro proposta delle società scientifiche che raccolgono vulnologi e podologi AIP, AIUC, AMPI, SIF con le Associazione dei pazienti APMARR e SIMITU: «Non necessaria copertura finanziaria, occorre attivare collegamento sistematico ed ‘obbligatorio’ fra medico di base e specialisti». Le lesioni compromettono la salute di oltre 2 milioni di cittadini l’anno e assorbono il 50% di Assistenza Domiciliare Integrata: se ne parlerà il 24 maggio in convegno a Napoli con esperti di fama internazionale
«Arginare i costi che il SSN sostiene per la gestione e il trattamento delle lesioni ulcerative e delle amputazioni minori e maggiori dell’arto inferiore che, a causa dell’incremento demografico nella terza età, farà registrare nei prossimi anni un notevole e allarmante incremento, sia nelle strutture per acuti che di riabilitazione ed in ADI». Questo l’appello inviato al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, dalle società scientifiche AIP – Associazione Italiana Podologi, AIUC – Associazione Italiana Ulcere Cutanee, AMPI – Associazione Mercurio Podologi, SIF – Società Italiana di Flebologia con le associazioni, APMARR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare, e SIMITU – Associazione per i diritti dei pazienti affetti da ulcere cutanee.
Due milioni di persone con lesioni cutanee croniche agli arti
«Le società scientifiche in oggetto – si legge nella lettera inviata oggi su iniziativa del dottor Gaetano Di Stasio, coordinatore del gruppo di società scientifiche firmatarie – vogliono attrarre la Sua attenzione su una proposta inerente la prevenzione primaria e secondaria delle lesioni cutanee croniche, lesioni che compromettono la salute di oltre due milioni di cittadini ogni anno e che assorbono le attività di ADI per oltre il 50%»
Una proposta che non necessita di copertura finanziaria. «Serve attivare un collegamento sistematico e ‘obbligatorio’ fra medico di base e medici specialisti (endocrinologi, chirurghi generali/vascolari/plastici, reumatologi, dermatologi) con infermieri e podologi di territorio sia afferenti alla nuova rete delle case di comunità previste dal PNRR sia convenzionati o privati».
In Italia 2mila centri con podologi e infermieri
In Italia esistono oltre 2mila centri di podologia ed alcune centinaia di centri di infermieristica territoriale, privati non convenzionati ed aperti al pubblico sul territorio nazionale, ai quali accedono già migliaia di pazienti ogni giorno anche per la prevenzione ed il trattamento delle lesioni cutanee: podologi ed infermieri operanti ciascuno secondo le proprie specifiche competenze.
Ridurre amputazioni con prevenzione primaria
La prevenzione primaria permette la riduzione dell’incidenza delle amputazioni del 50%, e, di conseguenza, di porre maggior freno al tasso di mortalità conseguente che è di oltre il 60% a 5 anni. La refertazione podologica/infermieristica darà la possibilità di poter determinare più velocemente ed agevolmente al medico la diagnosi di un nuovo fattore di rischio, aiutando quindi a proteggere il paziente dagli esiti di una lesione cutanea cronica in ambito dismetabolico, vascolare, reumatico.
«L’ulteriore scopo è quello di agevolare la realizzazione di una rete territoriale pubblica-convenzionata-privata con punti di accesso già ora identificabili dalla comunità dei pazienti; rete dove il medico comunque rimane detentore del processo e piano di cure, favorendo l’individuazione di una affidabile ipotesi diagnostica attraverso la definizione di nuovi percorsi clinici in modo precoce, in accordo con i PDTA regionali, con il piano cronicità delle reti di patologia e con la possibilità di collegare la rete con approcci e percorsi di telemedicina».
Tali temi verranno discussi sabato 24 maggio a Napoli nel Congresso Internazionale di Podoiatria con massimi esperti internazionali tra cui i professori statunitensi Kevin A. Kirby di Sacramento in California e Howard J. Dananberg di Bedford nel New Hampshire, e i professori Bruno Amato, Associato di Chirurgia Vascolare dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, e il professor Raffale Scarpa, già Direttore UOC di Reumatologia dell’AOU Policlinico Federico II di Napoli.