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Medici di famiglia, a Roma la protesta della Fimmg: «Diecimila ricette ‘colorate’ e una lettera aperta ai cittadini contro la riforma»

La proposta di far passare dalla libera professione alla dipendenza i camici bianchi continua a dividere e a trovare l’opposizione dei sindacati di categoria. La Fimmg Roma attacca la Regione Lazio e spiega: «Non è il momento di rimanere in silenzio»

La riforma della Medicina di famiglia continua a trovare netta contrarietà tra i Medici di medicina generale. La bozza di riforma, per ora non confermata, del Ministero della Salute e delle Regioni prevede un graduale passaggio alla dipendenza mentre oggi i medici di famiglia sono dal punto di vista formale liberi professionisti che lavorano in convenzione con il sistema sanitario.

Un cambiamento che non piace alla Fimmg, il sindacato più rappresentativo della categoria, che oggi in Provincia di Roma ha fatto partire una protesta ‘colorata’ con diecimila ricette-promemoria colorate, con un bar code stampato dietro che rimanda a una lettera aperta ai cittadini della regione Lazio, distribuite con le prescrizioni mediche.

In una lettera pubblicata sul sito, i medici parlano ai cittadini-assistiti: «Cari cittadini, come voi anche noi medici di famiglia siamo stanchi e preoccupati. La situazione della sanità pubblica è ormai insostenibile e il diritto alla salute sembra un privilegio riservato a pochi». 

La lettera-manifesto va a elencare tutte le criticità che gli utenti incontrano ogni giorno a causa di tagli e burocrazia, le proposte fatte e le risposte della Regione. Secondo la Fimmg, «mentre i costi per i cittadini aumentano, i fondi destinati alla sanità pubblica sono dirottati verso strutture private, ospedali e farmacie, lasciando i medici di famiglia a fronteggiare in solitaria i problemi dei pazienti».

Le proposte della Fimmg per migliorare il sistema Medici di famiglia

Nella missiva anche le proposte migliorative del sistema fatte alla Regione e «puntualmente non ascoltate, ovvero esami di primo livello dal medico di famiglia, maggior lavoro in team con implementazione delle unità di cure primarie, rimozione dei processi burocratici che ostacolano il cittadino nelle cure, maggior offerta vaccinale con migliore organizzazione della stessa». 

La lettera poi continua elencando le risposte avute finora dalla Regione: «Attacchi pubblici alla medicina generale su sprechi nella spesa farmaceutica e specialistica con dati non reali o presunti, diminuzione della validità delle ricette specialistiche a seimesi con cittadini costretti a un andirivieni con i reparti e i Cup per farle rinnovare, ministero della Salute e Regione che cambiano il nomenclatore delle prestazioni sotto Natale inducendo caos negli studi medici e ai malati, vaccini comprati e distribuiti ai medici con il contagocce e male. Non hanno il tempo di fare, ma trovano il tempo di attaccare». 

Secondo la Fimmg Roma, guidata da Pier Luigi Bartoletti, «non è il momento di rimanere in silenzio. Vogliamo un sistema sanitario pubblico che metta al centro le persone, non le logiche di bilancio, costruiamolo insieme, possiamo molto, potremmo fare la differenza, salvando insieme il nostro servizio sanitario nazionale».

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