Da nord a sud, medici e operatori sanitari sotto attacco in tutta Italia. Secondo AISI, Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, dal 1 al 24 agosto 25 aggressioni concentrate per la maggior parte tra pronto soccorso, operatori del 118 e in particolare anche reparti psichiatrici. In Toscana tavolo con tutte le professioni sanitarie a settembre
L’estate 2024 è stata un altro periodo caldo per i sanitari sotto il profilo delle aggressioni che non accennano a diminuire. Una settimana fa il grave episodio dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia dove un uomo ha spaccato le porte e aggredito il personale di turno è stato solo il culmine di una escalation che non accenna a finire e che ha visto altri episodi gravi in Puglia.
I dati dell’AISI
Lo denuncia anche l’AISI, l’Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, guidata da Karin Saccomanno. «Mazze da baseball, tentativi di strangolamento, addirittura minacce di morte: il 2024 è davvero l’annus horribilis per medici e infermieri italiani. Siamo di fronte ad un allarme sociale che si è aggravato in modo esponenziale. I professionisti sanitari si sentono abbandonati a sé stessi. Noi di AISI abbiamo svolto una piccola indagine, negli ultimi giorni e, con l’aiuto dei cronisti locali, abbiamo contato ben 25 episodi di aggressioni “ufficiali”, avvenute solo dal 1 al 24 agosto, concentrati per la maggior parte tra pronto soccorso, operatori del 118 e in particolare anche reparti psichiatrici. Numeri davvero preoccupanti».
«Ci stiamo lasciando alle spalle, quindi, un mese davvero difficile, con una incredibile e inattesa escalation di violenze contro i nostri professionisti sanitari, con la media allarmante di una aggressione al giorno – prosegue Saccomanno – Campania, Puglia, Lombardia, Toscana e Sicilia, sempre secondo le nostre indagini, sono le cinque peggiori regioni, quelle con il più alto numero di violenze “consumate” ai danni di medici e infermieri, in questa estate davvero poco felice, ma ancor peggiore è la conferma che sono le nostre donne della sanità, con oltre il 70% degli episodi, ad essere diventate, negli ultimi 10 anni, le vittime sacrificali di queste barbarie. Parlo, quindi, non solo come medico ma come donna. Siamo di fronte ad un male sociale che va analizzato fino in fondo, va estirpato alla radice e va combattuto con interventi mirati, rispetto al quale Governo, Regioni e Aziende Sanitarie possono e devono fare molto di più. Le aggressioni sono il sintomo evidente di un rapporto di fiducia professionista sanitario-cittadino che rischia di sgretolarsi».
Tavolo contro le aggressioni in Toscana
Non va meglio in Toscana dove a settembre, su iniziativa dell’Ordine interprovinciale delle professioni infermieristiche guidato da David Nucci, si svolgerà un tavolo congiunto che coinvolgerà tutti i rappresentanti delle professioni sanitarie.
L’Ordine ricorda anche i dati: le aggressioni al personale sanitario, siano esse verbali o fisiche, continuano ad essere un fenomeno ancora troppo diffuso. Dai dati dell’Osservatorio della Regione Toscana, istituito a fine del 2018, si evince che nel 2023 si sono registrati 2356 casi di cui 1769 aggressioni verbali e 478 fisiche, con 109 persone che hanno esitato a fare danni anche alle strutture».
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